Carissimi,
il
Riflesso del Mondo quest'oggi ospita Oreste Patrone, autore de "Il Commissario Cazzavillani" da noi recensito proprio recentemente.. ecco
perché il nostro salotto letterario ha offerto all'autore una poltroncina su
cui accomodarsi per fare due chiacchiere con noi.
Domanda: Ciao Oreste, benvenuto nel salotto de
"Il Riflesso del Mondo" e grazie per l'entusiasmo che dimostri
seguendoci giorno dopo giorno. Proprio per questo vedere un tuo libro così, su
due piedi, è stato per noi una sorpresa non indifferente. Siamo curiosi: chi è
veramente Oreste?
Risposta: Ciao, Isa. Grazie a voi, seguirvi è un
piacere. È stata una sorpresa anche per me, ti dirò, nel senso che non mi
aspettavo di sopravvivere alla procedura per l’autopubblicazione degli eBook su
Amazon, e invece eccomi qui. Chi sono? Dalle undici di sera all'una, quando a
casa mia dormono tutti, sono l'inventore di Cazzavillani e di altre storie; la
notte, nei miei sogni, sono un sacco di cose: il miliardario, lo scrittore di
libri successo, il supereroe, il supereroe miliardario che scrive libri di
successo; di giorno, sono un dipendente di un Ente locale, un marito e un
padre.
D: Caspita quante cose tutte insieme. Quasi
come un supereroe!! Come nasce la tua passione per la scrittura?
R: Ricordo il momento preciso in cui decisi
di provare a scrivere qualcosa. Era il 1994, avevo appena finito di leggere “Intensity”
di Dean Koontz. Prima d'allora non ero mai stato un grande lettore, ma quel
romanzo cambiò tutto: iniziai a leggere moltissimo e più leggevo, più cresceva
dentro di me il desiderio di creare qualcosa che riuscisse a evocare negli
altri le stesse sensazioni piacevoli. I miei primi scritti tuttavia erano di
una bruttezza imbarazzante, un insulto alla parola narrativa. Compatisco chi
ebbe la sfortuna di leggerli. Per fortuna credo che siano andati perduti. Tre
anni fa circa mi è tornata la voglia di provarci e ho cominciato a buttare giù
qualcosa. Andò meglio, non erano testi da Premio Campiello ma almeno non ti
facevano venire la colite; così ho continuato e non ho più smesso.
D: Dunque ti tieni allenato, ti eserciti..
da dove trai l'ispirazione?
R: Da qualunque cosa. Per i racconti di
Cazzavillani lo spunto è venuto quasi sempre da situazioni reali ("La fila
alle poste" è nato così, mentre mi trovavo in fila in quell'Inferno
dantesco che è l'ufficio postale), da un programma televisivo che stavo
guardando ("Bones" e "Lie to me"), dai discorsi che capita
di fare con chi ti sta attorno; insomma, tutto fa storia.
D: Accidenti, rischi di anticipare la mia
prossima domanda... Perché nasce Evaristo Cazzavillani?

D: Si, ricordo bene.. il blog l'ho seguito
per un bel po' e davvero, come già ti dissi all'epoca, rimasi piacevolmente
colpita. Non conoscevo questo tuo lato comico. Ecco.. ma.. da dove arriva? E' qualcosa
che abbiamo dentro e deve solo emergere o.. c'è chi ce l'ha e chi no?