Lettori di tutto il mondo, buongiorno... o meglio, buonasera!!
Oggi vi presento una nuova collaboratrice che speriamo stia con noi molto.
Lei si chiama Elettra Termini e questa è la recensione da lei scritta.
Titolo: L’insostenibile leggerezza dell’essere
Autore: Milan Kundera
Traduzione di: Giuseppe Dierna, Antonio Barbato
Editore: Adelphi
ISBN: 9788845906862
Anno: 1989
Formato: libro
Lingua: italiana
Numero pagine: p.318
Trama: Il romanzo è ambientato tra la Repubblica Cecoslovacca e la Svizzera, negli anni intorno al 1968, la storia travagliata dei protagonisti si intreccia con quella travagliata del loro paese. Sono gli anni della “Primavera di Praga”, dell’invasione russa della Cecoslovacchia. Tutto gira intorno ai quattro protagonisti che l’autore accompagnerà per tutta la loro vita. Tomàš, un importante chirurgo, la moglie Tereza, fotografa, Sabina, una pittrice amante di Tomàš. In seguito all’invasione di Praga i tre si trasferiscono in Svizzera,dove ricominceranno le loro vite. Qui si aggiunge il quarto personaggio, Franz, un professore,amante di Sabina. Più tardi, Tomàš e Tereza torneranno a Praga, dove Tomàš perderà il lavoro, a causa di un articolo scritto e male interpretato. Analisi: l’autore ci pone la vicenda,quasi ripetendola, da vari punti di vista, costruendo il tutto intorno a varie coppie di argomenti/contrari, che doneranno al romanzo quell’aspetto filosofico che lo contraddistingue. Il primo e più importante, quello che si nasconde dietro al poetico ed enigmatico titolo. Cosa rende l’esistenza così insostenibilmente leggera? Kundera ci dice che la felicità sta nella ripetizione, ma la vita è una sola e non si ripete, non ci viene dato il tempo di prepararci,si entra direttamente sul palcoscenico edopo questa prima esperienza, dopo la vita, non resta più niente,nemmeno il ricordo, nulla. L’atrocità per Kundera sta nel concetto di Einmal ist Keinmal, se gli eventi accadono una sola volta è come se non fossero accaduti mai. In base a questo, le scelte che l’uomo fa e che cambiano e costruiscono il percorso intero della propria esistenza sono scelte senza peso, leggere. Ma l’uomo non è in grado di sopportare il nulla, il peso di una vita senza scopo, in balia di scelte fatte senza nessuna preparazione e senza la possibilità di rimediare agli errori, ed ecco che la leggerezza di queste scelte si trasforma in pesantezza e diventa insostenibile.