domenica 14 ottobre 2012

La biblioteca dei libri proibiti, John Harding

 
 
Titolo: La biblioteca dei libri proibiti
 
Titolo originale: Florence and Giles
 
Autore: John Harding
 
Editore: Garzanti
 
Prezzo di copertina: 17,60
 
Pagine: 255
 
 
 
 
Copertina dell'edizione originale
New England, 1891.
La giovane Florence è una ragazzina di 12 anni, orfana, che vive con il fratellino Giles e la servitù a Blithe House, un'enorme dimora che sembra nascondere parecchi misteri. Non molto infatti si sa dei genitori di Florence, così come della madre di Giles. I due infatti sono fratellastri. Ma soprattutto, nel corso di tutta la prima parte del romanzo e da quello che potrebbe portarci a pensare il titolo stesso del romanzo (dell'edizione italiana ovviamente), sembra che l’intero mistero ruoti attorno alla grande biblioteca della dimora, il cui accesso è interdetto a chiunque, ma soprattutto a Florence, secondo il volere dell’onnipresente zio, tutore dei ragazzi.
Di quest’uomo in realtà non si saprà mai molto, né lo si vedrà mai entrare in scena se non attraverso i pensieri di Florence, che narrerà l’intera vicenda in prima persona. Fin dal principio scopriremo che l’uomo non è in alcun modo intenzionato a dare una qualche istruzione alla giovane Florence ed il motivo di una tale convinzione e durezza nei confronti della ragazzina, ci verrà spiegato abbastanza in fretta: una cocente delusione amorosa infatti, ha spinto l’uomo a detestare l’idea che il genere femminile possa godere di una certa istruzione. Ovviamente però, non ci si può aspettare che una mente curiosa come quella di Florence possa accettare a lungo l’idea di non aver nulla a che fare con tutto ciò che è scritto, soprattutto avendo a propria disposizione un’enorme biblioteca, rifornita della più grande letteratura del tempo.
I libri diventeranno in questo modo i principali compagni della protagonista, che imparerà a leggere e scrivere tutta da sola, nascondendo questo suo piccolo segreto a tutti, eccetto che al fratello Giles, con il quale ha un forte legame, che a volte potremmo considerare alquanto morboso. Florence troverà un rifugio proprio in mezzo ai libri, tra i racconti di Edgar Allan Poe, Sir Walter Scott, Jane Austen, Charles Dickens, George Eliot e Shakespeare. Quest’ultimo in particolare colpirà la protagonista, che si ritroverà a “scespirizzare” – come dice lei stessa – diverse parole, nelle quali si incappa nel corso dell’intera narrazione (parole inventate da lei stessa come “disannoiare”, “bibliotecare”, “affinestrandoci”..); un particolare che personalmente ho trovato divertente e che non mi ha affatto infastidita durante la lettura, che si è mantenuta assolutamente scorrevole dall’inizio alla fine.
Ma veniamo ai misteri. Perché dopo un inizio piuttosto leggero, nel corso del quali vedremo una Florence più che altro interessata a leggere in ogni momento di libertà, attenta a non farsi scoprire dalla servitù e dalla governante; verremo messi a parte dei primi segreti che sembrano essere celati in questa grande dimora. Il tutto ha inizio nel momento in cui la protagonista comincia a pensare al mistero legato ai propri genitori. Si intrufolerà quindi di nascosto nello studio della governante ed in un cassetto chiuso a chiave, troverà un album di fotografie. Fin qui nulla di strano, se non che all’interno di questo album troverà alcune fotografie che ritraggono una donna, che comprenderemo essere la madre di Giles, della quale però è stato ritagliato il volto.
Da quel momento in avanti, si succederanno avvenimenti davvero strani e parecchio inquietanti ed il romanzo comincerà ad assumere in pieno un aspetto decisamente più gotico. La stessa Florence comincerà a leggere le inquietanti storie scritte da Poe, che a volte la suggestioneranno anche troppo. Blithe House acquisterà un nuovo personaggio, un’istitutrice verso la quale la protagonista non svilupperà una particolare simpatia, che nel giro di poche pagine perderà la vita in un tragico incidente in barca. Ma soprattutto, dopo poco tempo, una nuova figura ancor più oscura, metterà piede in casa: la signorina Taylor, la nuova istitutrice, assunta tramite un’agenzia e della quale non si sa nulla.
In un primo momento potremmo pensare che questo nuovo personaggio potrebbe essere un prezioso alleato per Florence. La donna infatti le permetterà di leggere e l’aiuterà a mantenere il segreto col resto della servitù e soprattutto con lo zio. Ma l’atmosfera pacifica viene presto spezzata ed il rapporto tra la donna e la ragazzina prende una pessima piega: Florence si convince infatti che la signorina Taylor non sia altri che il fantasma della precedente istitutrice, tornata sulla terra per vendicarsi della propria morte e tormentare Blithe House. In più, c’è anche un sogno ricorrente che tormenta la ragazza, nel quale ella osserva una donna china sul letto del fratellino addormentato, che pare essere in procinto di divorarlo. Un sogno che sarà importante tenere bene a mente, soprattutto nel momento in cui Florence scoprirà la nuova istitutrice nella stessa posizione compromettente! Proprio da questo punto nascono i sospetti della protagonista, che si convincerà delle cattive intenzioni della donna e della sua natura maligna.
La narrazione a questo punto si fa decisamente più oscura, i misteri si susseguono uno dopo l’altro, la signora Taylor effettivamente assume un aspetto davvero inquietante e la protagonista cercherà in tutti i modi di contrastarla per salvare il fratellino dalle sue grinfie. Molti quesiti verranno posti ed effettivamente molte sono state le domande che io stessa mi sono fatta, pagina dopo pagina, soprattutto in merito alla reale natura di questa donna, che pare in grado di camminare sull’acqua e di sfruttare gli specchi per osservare ogni mossa di Florence; il vero problema di questo romanzo è che ben poche di queste domande troveranno effettivamente una risposta.
In generale l’ho trovata una lettura piacevole, lo stile mi è piaciuto e l’atmosfera così oscura e gotica mi ha intrigata non poco. Le premesse per un’ottima riuscita c’erano tutte, la protagonista mi è piaciuta molto per la maggior parte del racconto, tranne che nel finale. In verità l’intero finale mi ha abbastanza delusa, troppo affrettato, troppo poco esaustivo ed anche abbastanza sconvolgente. Molto è stato lasciato all’intuizione del lettore, ma molte domande sono rimaste aperte. E soprattutto, sono rimasta sconvolta dal comportamento di Florence, di cui però non parlerò per evitare lo spoiler. Mi sento comunque di consigliare una lettura che ho trovato piacevole e per nulla pesante, l’ho letto in due giorni; anche se potrebbe lasciarvi l’amaro in bocca!


John Harding è nato nel 1951 a Fenland, un piccolo villaggio nella regione di Ely, a est dell'Inghilterra. Si è trasferito per il college al St Catherine di Oxford. Ha lavorato dapprima come giornalista, poi come editor, prima di diventare uno scrittore. Vive a Richmond con la moglie e i due figli.


 


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