sabato 22 giugno 2013

"Notti Bianche" recensione di Elettra Termini


Recensione di Elettra Termini

Buongiorno carissimi lettori, oggi Elettra Termini vi propone un altro romanzo decisamente affascinante; un'ottima proposta per le prossime vostre letture.
"Notti Bianche" di F.M.Dostoevskij, un vero capolavoro intramontabile.


Le notti bianche, sono quelle notti estive pietroburghesi dove il sole tramonta dopo le dieci di sera, ma sono anche le notti che il protagonista passa sveglio girando per la città, sono le notti della purezza.
“Fu creato forse allo scopo di rimanere vicino al tuo cuore sia pure per un istante?”Il breve capolavoro del romanziere russo inizia citando un altro romanziere Turgenev,  con una frase che anticipa molto e che racchiude in sé tutta la delicatezza dell’eroe di questo racconto.

Trama:  il protagonista è un sognatore, che pur vivendo a  Pietroburgo da otto anni, non è riuscito ad instaurare relazioni umane, i suoi unici amici sono i passanti solitari come lui , le case, le strade, i ponti, il fiume. In una delle sue infinite passeggiate notturne, incontra la giovane e fragile Nasten’ka, entrambi sono intimoriti ma riescono ad avvicinarsi, attraverso le quattro notti successive i due giovani si confidano, si raccontano, non solo tra loro ma anche con il lettore. La giovane Nasten’ka attende il ritorno del suo amato, ma questo tarda, non da notizie, così il sognatore,che non rivela mai il suo nome, trova la forza di confessare l’amore nato in lui per Nasten’ka. I due condivideranno i dolori e le speranze di una felicità e di una realtà ritrovata che solo l’amore può dare. Ma tutto si infrange con il ritorno dell’amato tanto atteso dalla giovane, che catapulterà di nuovo il sognatore nella sua irreale Pietroburgo.


“Dio mio! Un minuto intero di beatitudine! È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?”Questa è l’ultima frase che ci dona Dostoevskij, per chiudere questo meraviglioso esempio di storia sentimentale, come lui stesso la definisce, spiega la profondità dell’anima del protagonista , ne rivela la natura, chi non è nuovo ai romanzi di Dostoevskij, sa che il romanziere russo è un profondo e fine conoscitore dell’animo umano con le sue mille sfumature. Gli eroi dei suoi scritti, sono creature fragili, sempre in costante equilibrio tra il bene e il male. Pochi sono i personaggi assoluti, spesso l’autore assegna ai puri dei ruoli per macchiarli , ne è un esempio Sonja di Delitto e castigo, la giovane prostituta. Il sognatore de Le notti bianche, appartiene ai rari personaggi  positivi nel senso totale del termine, un altro esempio è il principe Myskin, personaggi che Dostoevskij definisce “idioti”. L’ingenuità profonda dei personaggi di questi tipo li rende incapaci di procurare dolore al prossimo, ma ne sono spesso vittima.
Il protagonista è un sognatore, per sua stessa ammissione, passa attraverso la vita, tutto nota, tutto è importante, lui però resta invisibile per tutti ad eccezione degli altri sognatori che Dostoevskij  nasconde nelle strade di Pietroburgo. L’altro personaggio della vicenda è Nasten’ka, un’altra anima dedita alla sofferenza, la giovane attende silenziosa e dolorante il ritorno dell’amore che le donerà la felicità, attende di incatenarsi all’amato per liberasi dalle catene della nonna, che la tiene legata a sé con una spilla. Anche Nasten’ka è un personaggio buono, ma lo scrittore non la colloca tra gli idioti, perché nonostante la sua bontà d’animo sia sincera, con il suo amore provoca sofferenza, provoca dolore al sognatore.
Dostoevskij ci immerge in un mondo dove la solitudine si fa poetica e evocativa, una solitudine dove le case diventano amiche ,ci comunicano, e dovei passanti consueti sono appuntamenti emozionanti e pazientemente attesi. I solitari non chiedono nulla, non pretendono attenzioni, vagano in una Pietroburgo incantata e parallela, non è la stessa che vediamo tutti, è un luogo intimo e privato, una città fondata sull’illusione.  Il sognatore è fuori dalla nostra realtà, lo incontriamo e non lo vediamo perché non è nel nostro stesso mondo, ma noi siamo nel suo. Per lui tutto è più forte, più intenso, non riesce a misurarsi con il mondo, tutto è visto attraverso gli occhi della fantasia, occhi che  vedono e che sanno creare. Il legame tra la solitudine e le illusioni è forte ed indissolubile, la solitudine ci spinge nel mondo delle illusioni, ci spinge a creare, immaginare per poter vivere, e le illusioni a loro volta ci fanno sprofondare nella solitudine, sempre più nascosti dietro ad un velo di non vita, ma c’è  un elemento che può rompere questa catena ,ed è l’amore, l’amore è in grado non solo di donarci la felicità,ma anche attimi di verità, di concretezza, è il nostro ponte con il mondo. Il sognatore questo lo sa, e vede nell’amore in parte corrisposto di Nasten’ka la soluzione e la fine delle sue illusioni, spera che grazie all’amore entrambi possano riconquistarsi quel posto nella società da cui sono stati esclusi.
Breve rispetto alla moli notevoli dei suoi grandi romanzi, Dostoevskij   ci regala con Le notti bianche degli incantevoli dialoghi, capaci di legarci profondamente ai due protagonisti, rendendo  la narrazione più coinvolgente e meno pesante. Lo scrittore scava nei nostri animi e per questo può risultare pesante, Le notti bianche è un buon inizio per chi vuole avvicinarsi a questo autore essenziale e in generale alla letteratura russa. Il racconto suddiviso in notti si conclude con il mattino, ma non è la luce attesa è una luce che disturba, perché i sognatori attendono la notte per vivere, perché la notte si dimostra clemente con questi esseri fragili, perché la notte è capace di accoglierli tra le sue braccia discrete.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...