giovedì 18 aprile 2013

Delirium, Lauren Oliver

Buonasera!! Rieccomi con una nuova recensione. Ho finito di leggere questo libro giusto un attimo fa e siccome mi è piaciuto particolarmente ho pensato di raccontarvelo.

E se l’amore fosse una malattia? E se qualcuno avesse inventato una cura per impedirci di provare sentimenti d’amore nei confronti di chiunque? Come pensate che sarebbe la nostra vita?
Questo è il punto di partenza di questo romanzo distopico, Delirium di Lauren Oliver.

La società nella quale vive Lena, la protagonista, non sembra essere poi così tanto differente rispetto alla nostra, se non fosse che ogni singola persona una volta compiuti diciotto anni, viene curata attraverso un’operazione chirurgica per fare in modo che non sia più in grado di provare amore. O meglio, in questo caso dovremmo parlare di Delirium amoris nervosum, che viene considerato come una vera e propria malattia. Un po’ come vaccinarsi contro l’influenza insomma.
Sembra che questa società sia giunta alla conclusione che la principale causa di tutti i mali del nostro pianeta siano i sentimenti amorosi. L’amore che provoca scompiglio, che porta le persone a compiere pazzie o a morire addirittura! Per questo motivo sono stati imposte rigide regole e controlli quasi maniacali. Tutte le persone “infette” sono un rischio per l’intera comunità, ma soprattutto non si può permettere il contagio.
Lena non vede l’ora di essere curata. Lei si direbbe una ragazza come tante, non è bella quanto la sua migliore amica Hana, e persino un po’ bassina e si potrebbe dire abbastanza insignificante. Ma Lena ha una macchia, un segreto che la tormenta fin da quando aveva sei anni. Sua madre infatti si è suicidata.
Il suicido nella società di Lena è qualcosa di orribile quanto l’amore. Se poi esso è stato causato proprio da quest’ultimo è ancora peggio. La madre di Lena era malata. Irrimediabilmente malata di Delirium. Innamorata del proprio marito e delle proprie figlie. Cosa che la portava a compiere gesti considerati del tutto innaturali e persino illegali dal resto della comunità (come cantare, o ballare o coccolare i propri figli e persino piangere). Ed è stato proprio il Delirium a spingerla al suicidio.
La cura infatti può avere degli effetti collaterali, anche per questo nessuno viene curato prima di aver compiuto diciotto anni. Si può diventare ciechi e persino impazzire. Ma a voltenon fa effetto. La madre di Lena ne è l’esempio perfetto. Curata per ben tre volte, non è riuscita a guarire e questo l’ha portata alla morte, segnando irrimediabilmente la reputazione della famiglia.
Lena così è stata affidata alle cure degli zii e come ho già detto, conta i giorni che la separano dal momento in cui verrà finalmente curata e non dovrà più essere spaventata a morte dalla possibilità di fare la stessa fine di sua madre.




Una società del genere anche se appare perfetta ha comunque i suoi problemi. Ragazzi che si ammalano e che devono essere curati prima del previsto, a volte persino rinchiusi o fatti sparire. Famiglie intere che vengono accusate di essere Simpatizzanti. Questo perché non tutto il mondo gode dei benefici di questa cura. Ci sono persone, gli Invalidi, coloro che vivono in quelle che vengono chiamate Terre Selvagge, che sono affetti da Delirium e che rappresentano una minaccia. Uomini e donne uniti in una Resistenza, che il governo cerca in tutti i modi di nascondere e distruggere.
E Lena sembra essere spaventata da tutto questo, così come comincia ad allontanarsi dalla sua amica di sempre, Hana che esprime una certa insofferenza per quel sistema così rigido.
Ma poi, proprio durante la valutazione che le permetterà di scoprire quale sarà il suo futuro e le garantirà una lista di mariti tra i quali scegliere una volta finita la scuola ed essere stata curata, qualcosa cambia nella sua vita. Nel bel mezzo della sua valutazione che sta prendendo una piega davvero pessima, una mandria di mucche fa irruzione nell’edificio e Lena scorge un ragazzo che la osserva, divertito da tutto quel trambusto.
Quella si rivela essere la protesta di un gruppo di Invalidi seppur nessuno lo dica apertamente, ma ciò che colpisce di più Lena è il divertimento di quello sconosciuto che la osserva e le fa l’occhiolino prima di sparire.
In un certo senso, da quel momento la vita della protagonista comincia a cambiare e la ragazza stessa comincia a porsi delle domande. Quanta giustizia ci può essere in quella vita controllata tanto rigidamente? E quanto può essere terribile questo Delirium a conti fatti? E quando incontrerà nuovamente quel ragazzo, che apparentemente non dovrebbe rappresentare un problema per lei, essendo già stato sottoposto alla cura scoprirà sulla propria pelle cosa voglia davvero dire innamorarsi, perché non tutto è ciò che sembra..

Un altro romanzo distopico, ultimamente ne sto leggendo parecchi. Devo ammettere che è un genere che apprezzo moltissimo e che in genere ti fa riflettere sui più svariati argomenti. Questa volta il tema centrale è l’amore, il Delirium che da il titolo al romanzo. Una società come quella di Lena sembra essere stata capace di eliminare gran parte dei mali del mondo: non c’è più violenza, non ci sono più nemmeno le guerre, eppure come si può davvero pensare di rinunciare a qualcosa di importante come l’amore? Non solo quello che si può provare verso un uomo o una donna, ma il puro e semplice affetto, quello che si prova per la propria famiglia, per gli amici.. Non credo che potrei vivere in una società simile, non credo davvero che ci serva una cura per qualcosa che si, può anche essere molto doloroso, ma che poi è una parte molto importante della nostra vita ed è ciò che contribuisce alla nostra felicità. C’è una frase che Hana, l’amica della protagonista dice all’inizio, quando stanno entrambe per sottoporsi alla loro valutazione, che credo racchiuda un po’ il senso di tutto questo: “Non puoi essere veramente felice se non sei infelice ogni tanto. Lo sai, vero?”
Beh, è proprio così! L’ho trovata una lettura piacevole, mi ha colpito la freddezza dei personaggi già curati presenti nel libro, che sembrano essere totalmente indifferenti anche nei confronti delle loro stesse famiglie, tutti talmente convinti che la cura sia la garanzia della vita migliore possibile, immersi in un sistema che in un certo senso vieta loro di pensare con la propria testa. Sono rimasta sconvolta nel momento in cui un gruppo di Regolatori nel mezzo di una retata, uccidono un cane solamente perché stava abbaiando e lo lasciano morente in mezzo al giardino dei proprietari come se non fosse una creatura vivente dotata di sentimenti ma semplice spazzatura.
La narrazione è al presente e questo di solito non mi fa impazzire, invece in questo caso non mi ha dato alcun tipo di fastidio. Il personaggio di Lena è ricco di insicurezze ma mi piace il modo in cui è diventata consapevole di molte cose durante il suo percorso e come è cambiata rispetto all’inizio della storia. E poi c’è Alex.. lui non ha proprio bisogno di parole, mi ha fatta innamorare! Devo dire che questa storia ha fatto a pezzi i miei sentimenti, a questo proposito la cura mi farebbe comodo quasi quasi! Per gli amanti del genere è sicuramente una lettura consigliata!

E voi? Vi siete mai ammalati di Delirium?

1 commento:

  1. ciao! sul mio blog c'è un premio per voi:
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