Gli anni
folli e spregiudicati della Belle Époque raccontati attraverso gli occhi di una donna che
rivoluzionò l'insegnamento artistico femminile.
Michel Peyramaure, scrittore poco noto in Italia,
ha steso questo romanzo composto da due volumi, concentrandosi sulla figura di
Suzanne Valadon, nota modella di artisti quali Renoir, Puvis de Chavannes,
Degas, Lautrec, dei quali riuscì ad assorbirne le tecniche e a creare uno stile
proprio.
Cresciuta tra le strade povere e malfamate della
Montmartre di inizio secolo, mostra fin da piccolissima una grande passione per
il disegno. Diventata modella non tarda a farsi notare per la sua bellezza
esotica e la sua conversazione schietta. La condizione di giovane mamma non le
impedisce di sviluppare le sue capacità artistiche che col tempo si affinano.
La religione è pressoché assente nella vita di Suzanne che al contrario
mostrerà la sua devozione al grande maestro Edgar Degas. Tra i due si instaura
una rapporto fatto di scambi di idee e profondo rispetto reciproco che durerà
per tutta la vita. Sarà grazie anche al suo intervento che la Valadon riuscirà
ad esporre le sue opere al Salon International di Parigi e a diventare la prima
donna a cui l'Accademia di Belle Arti aprirà l'insegnamento.
Tra le pagine del romanzo è ben evidente
l'importanza e l'attenzione che viene
data nei confronti di quel mondo effervescente e colorato che ruota attorno
alla protagonista; attraverso i suoi occhi conosciamo i celebri pittori
impressionisti, malati della propria arte, ma spesso crudeli, misogini e cinici.
Il carattere forte e spigliato consente a Suzanne di tenere testa agli uomini,
i quali affascinati dal suo animo popolano,
grezzo eppure così carismatico, ne rimangono infatuati. Al contrario delle sue
colleghe contemporanee quali Berthe Morisot o Mary Cassatt, la Valadon proviene
da un ambiente umile, Peyramaure ne è consapevole e mostra uno spaccato di vita
parigina quasi celato agli occhi della
storia dell'arte. I suoi personaggi sono descritti in modo piacevole e
oggettivo, egli si limita ad osservarne le passioni, le ossessioni e le
anomalie senza mai esprimere giudizi. Al lettore trarne le personali
conclusioni. L'autore presta anche molta attenzione nel presentare gli
strumenti con i quali si dipingeva in quel periodo, cioè pennelli, spatole,
l'incisione, l'acquarello o il monotipo. Per gli appassionati un vero tesoro da
scoprire!
Un modo alternativo di descrivere i grandi di
inizio Novecento che sorprende e sconvolge.
Non resta che distendersi e godersi una lettura
scorrevole ed interessante... Esclusivamente in francese ovvio!
Chiara
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