Care amiche e amici, ospitiamo Lorenzo Coltellacci ,mio collega scrittore che ha pubblicato con la mia stessa Casa Editrice con il suo romanzo “Dove sei?”, per un’intervista insolita; cercheremo di fare a Lorenzo domande un po’ particolari..
Grazie di essere
qui….
Lorenzo, che tedio
sentirsi dire giovane o giovanissimo; che lo sei lo abbiamo appurato.
Non trovi che oggi il
mondo vada accelerato per farsi posto ?Credi che esista una “Rupe tarpea”?
Sicuramente bisogna lasciare spazio ai giovani che spesso (o
quasi sempre) hanno idee più innovative e fresche. In America ad esempio
esistono vere e proprie scuole per “startapper”, ossia giovani con massimo una
ventina di anni con idee innovative in campo tecnologico che potrebbero
rivoluzionare un sacco di cose. E sono finanziati da privati. Qui in Italia una
cosa del genere purtroppo è ancora pura fantascienza.
Alla tua età sei
già arrivato ad una Casa Editrice non a
pagamento, e hai pubblicato con loro il tuo primo romanzo. Sappiamo essere
selettivi quindi è un grosso merito. Ti rendi conto di aver già fatto un passo
importantissimo per la tua carriera di scrittore?
Sicuramente è una grandissima opportunità ma non penso che
sia ancora un vero e proprio passo. Preferisco pensare che sia stato un
“atterraggio” sul suolo dell’editoria, ma poi bisogna vedere se riesco
effettivamente a camminare, se la gravità non è troppo forte da schiacciarmi o
troppo leggera da farmi volare via. Il primo vero passo sarà il mio secondo
libro, che spero di riuscire a scrivere
e far uscire presto.
Molte persone vengono
prese in trappola pubblicando con editori che promettono distribuzione, visibilità
e garanzie vane in cambio di denaro. Ti è capitato? Cosa consiglieresti ad un
autore che pur di pubblicare cede a questo compromesso?
Ammetto che anche io stavo per cedere. Devo dire grazie ai
miei genitori che hanno saputo consigliarmi bene e farmi aspettare. Sono state
d’aiuto anche esperienze lette sulla rete. A chi ha pubblicato con un editore a
pagamento o sta per farlo direi… ASPETTA, PENSACI BENE. Pubblicare a pagamento,
secondo me, è come andare con una prostituta. A pagare per fare sesso sono
buoni tutti; completamente diverso è conquistare una donna vera, con amore e
dedizione.
Essere nato a Roma
pensi che dia più vantaggi in termini di possibilità per chi vive e cresce in
un piccolo centro?
Sicuramente è più facile per quanto riguarda magari
l’organizzazione di eventi o spostamenti, ma per la pubblicazione non penso.
Ormai si fa tutto tramite internet, anche un eremita potrebbe mandare un
manoscritto a una casa editrice e farsi pubblicare.
Ad acchito sei un
ragazzo pieno di ottimismo ed iniziativa. Pensi che sia fondamentale il ruolo
dei genitori per crescere un uomo forte di entusiasmo e positività? Se si,
vorresti dirmi cosa pensi del rapporto genitori –figli ?Come dovrebbe essere a
tua opinione?
I genitori sono fondamentali perché senza le fondamenta un
palazzo crolla e senza radici un albero cade. Però poi è anche molto importante
saper pensare con la propria testa ed essere in grado anche di prendere
decisioni che i genitori non approvano del tutto. I miei mi hanno spalleggiato
sempre in tutto e li ringrazio, ma qualche volta si vedeva che erano meno
“convinti” delle mie decisioni, ma è anche giusto così. Solo in questo modo si
cresce, sbagliando da soli.
Charlie Chaplin
diceva che nella Vita ci vuole “Coraggio, immaginazione e un po’ di soldi”. Sei
d’accordo con questa affermazione?
Coraggio moltissimo, anzi, forse oserei dire più “tenacia”.
Non mollare mai, insomma. Immaginazione forse sta alla base di tutto: in un
mondo dove ormai esiste tutto riesci ad emergere solo se hai L’IDEA vincente,
che nessuno ha avuto prima di te. E in quel caso poi spesso servono i soldi per
realizzarla. I soldi non fanno la felicità (soprattutto quando si paga per
pubblicare) ma purtroppo la nostra società è economica, quindi non si può
vivere di solo coraggio e idee.
Pensi ,con tutta
franchezza ,che non tutti possano fare gli scrittori? Sei d’accordo che il
mercato è intasato da libracci solo perché si può pagare per pubblicare e si
oscura quindi il vero talento?
Fare gli scrittori come mestiere è una cosa che possono
permettersi pochissimi eletti. Poi si può scrivere per passione o perché si è
bravi, ma farlo quasi come un “hobby”, e poi c’è chi effettivamente con la
penna è negato. E riguardo al mercato… diciamo che non tutti quelli pubblicati
a pagamento sono libracci, per carità, ma forse ci vorrebbe in generale più
selezione, più anche autocritica e un po’ più di talent-scouting da chi del
settore, e soprattutto meno raccomandazioni.
Se un grande
scrittore del passato, fosse nato nella
nostra epoca e tentasse di farsi pubblicare un libro credi che il mondo
leggerebbe mai “il piccolo principe”?
Questo libro viene bistrattato da tantissime persone. Io
trovo che un libro come il Piccolo Principe, per la sua semplicità e
profondità, sarebbe famoso in qualsiasi epoca. Anzi, per me è il contrario: ci
sono troppi libri di scrittori famosi come Gianni Rodari (per bambini) a cui
viene data troppa poca importanza, mentre se ne da troppa alle “commercialate
“ del momento.
Sei anche poeta?
Scrivevo e scrivo qualche poesia, ogni tanto..
Ami la poesia dei
grandi studiati a scuola?
A scuola te le fanno studiare “male” e ne tralasciamo molte
stupende. Troppa superficialità e accademicità (passatemi il termine). La poesia
va capita e apprezzata da soli, non è solo le regolette che ti insegnano in
classe.
Citami una poesia che
ami particolarmente tra Leopardi, Pascoli, Carducci.
Proprio tra questi tre? Perché? Il mio preferito è Petrarca,
poeta senza il quale, permettimi di dirlo,
ci sono dei "fondatori" senza i quali tutto sarebbe diverso; Diciamo , se non ci fosse stato Petrarca, forse gli stessi
Leopardi, Carducci e Pascoli non sarebbero quelli per cui ora li
conosciamo.."
Ne ricordi un passo a memoria?
Di Petrarca? Ah! AH! Sicuramente ricordo qualcosa di
Leopardi e di Pascoli. Carducci un po’ meno.
La mia poesia preferita penso sia una madrigale di Petrarca “Nova angelette sovra l’ale accorta”… che finisce con quel “Allor fui preso e non mi spiacque poi, sì dolce lume uscìa da gli occhi suoi”, di una tenerezza e musicalità unica. Ed è stata scritta 700 anni fa!
La mia poesia preferita penso sia una madrigale di Petrarca “Nova angelette sovra l’ale accorta”… che finisce con quel “Allor fui preso e non mi spiacque poi, sì dolce lume uscìa da gli occhi suoi”, di una tenerezza e musicalità unica. Ed è stata scritta 700 anni fa!
Me lo spieghi secondo
il tuo senso?
E’ l’innamoramento nella sua semplicità. Gli occhi della
donna che ami che ti catturano e punto. Non te ne liberi più. Ma guarda con
quale musica e dolcezza e quasi sorriso lo dice. Sembra una filastrocca.
Parliamo di “Dove
sei”, Opera prima. .Parli di un argomento a te ancora vicino. Sicuramente Roma
ha un’accezione diversa per il suo
essere non solo una Città ma La Città. Roma è dentro e fuori, è un’essenza è La
Storia. Come immagini tu studenti di un Liceo di provincia tuoi coetanei?
Forse più uniti. Roma è anche troppo grande e molto
dispersiva. Ci sono dei gruppetti, ognuno di una zona. Alla fin fine scopri che
conosci persone dall’altra parte della città, ma non ti ci sentirai mai così
vicino. In provincia, in paese, invece è tutto più a portata d’uomo, tutti si
conoscono, tutti parlano e si salutano.
Riusciresti a
scrivere di ciò che non conosci?
Non penso. Nei miei libri metto sempre molto della mia vita
e di ciò che mi circonda. Scrivere da zero mi sarebbe quasi impossibile. Non
avrei appigli. Riuscireste a scalare i montagna senza piccoli angoli e spuntoni
a cui aggrapparsi?
E di qualcosa che ti
fa male o rabbia?
Sicuramente. Un po’ tutto nasce dal dolore, quando scrivi.
La voglia di sfogarti, di mettere su carta quel sentimento sperando che così se
ne vada via da dentro di te. Scrivere di felicità invece è difficile, perché
vuoi tenerla dentro di te. La carta cattura.
“Dove sei?” potrebbe
diventare un Film…Quale attore vorresti nella parte del protagonista? Chi più
adeguatamente come aspetto e capacità artistiche riuscirebbe renderlo al
meglio? Puoi dire chi vuoi ,non è una domanda sull’immodestia ma su un
interesse di interazione con l’Arte.
Proprio l’altro giorno ci scherzavo con un amico..
Vaporidis? Sarebbe un po’ scontato. A ‘sto punto mettiamoci pure Faletti e
facciamo Notte prima degli esami. Se fosse americano uno Zac Efron? Ahahah
Sinceramente non lo saprei.. ma forse non punterei a uno già troppo famoso e conosciuto. Mi piacciono le novità.
Sinceramente non lo saprei.. ma forse non punterei a uno già troppo famoso e conosciuto. Mi piacciono le novità.
Vuoi fare dello
scrittore il tuo mestiere? Ti piacerebbe che anche in Italia lo fosse come in
America, e poterlo scrivere sulla Carta d’identità senza essere guardato come
un matto da un ufficiale dell’Anagrafe?
Se si potesse campare facendo lo scrittore mi piacerebbe
eccome. Non me vergognerei affatto. Purtroppo però chi campa scrivendo non
supera il numero delle dita di una mano, qui in Italia. Sicuramente mi
piacerebbe fare un lavoro che sia collegato alla scrittura, così da non dover
mai posare la penna del tutto.
Sei disponibile a
fare interviste “a puntate “ e tornare la prossima volta?
Con piacere. E’ stato molto divertente e grazie davvero,
Antonella. Sei stata gentilissima e molto arguta con le domande. Alla prossima
allora! :D
Grazie Lorenzo, a
presto, dunque.
Antonella Griseri
Nessun commento:
Posta un commento